Serti
di Gloria
Senza paura, Cristina va incontro al suo destino. Di
luce e tenebra sono i fili che la legano alla nostra terra: un nastro
nero, memore di tortura e morte, e uno splendente serto di gloria
eterna, intrecciati alle rose canine, le rose etrusche, qui come
bandiere, rappresentate con i colori di Bolsena. Sullo sfondo e
nell'abito di Cristina, sfumano tutti i colori del Lago, dall'alba al
tramonto.
“Lotte di Sangue e Serti di Gloria”
Al mio pensiero ognor bella e gentile
Riedi, o Cristina, di mia patria onore:
Di Te cantare io vo', ma il plettro è umile...
Dammi valore.
Al mio pensiero ognor bella e gentile
Riedi, o Cristina, di mia patria onore:
Di Te cantare io vo', ma il plettro è umile...
Dammi valore.
D'Anicio sangue, lieta a i rai del sole
In Volsinio t'apristi, che di Roma
Sentia il fulgor, e avea di templi e scole.
Splendida chioma.
Vaga qual rosa, candida e serena
Crescer ti vide la città superba;
Ma il démon t'avvincea di sua catena...
Ahi sorte acerba!
…
M' odi, o Beata! La città che a fronte
Siede d'azzurro lago, e ha molle il clivio,
È citta tua; di Te ancor parla il fonte,
La sponda e il rivo.
È città tua; qual Castellana e Figlia
T' ama e t'onora; l'eco a Te i sonanti
Inni ripete, ed ogni ostel t'ingiglia
In riso e in pianti.
Cara ti sia. Tu nella fede avita,
Nel casto amor la reggi; per te il sole
Ricca la miri in biade, e ognor fiorita
D'eletta prole!
Da “Cristina di Bolsena - Canti” - F. Regolo Battaglini – 1932
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Fiori - 2016 -
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